lunedì 6 gennaio 2025

ADDIO

Attendo con una certa impazienza di inabissarmi assieme all’isola che mi ha custodito finora, è il destino che attende me e le mie imprevedibili apparizioni. 
Ho trascorso tutta una vita ad illudermi di far parte di un gruppo eterogeneo ma coeso; una sorta di popolo dell’aria, della terra e del mare, ognuno con le sue stimmate testimoni di infiniti ed estenuanti ricerche. Non è vero, non lo è in tutti i modi possibili: economico, politico, storico, esistenziale e culturale. L’ordine delle condizioni andrebbe visto in ordine inverso ma anch’esso è in fondo un esempio del divenire della mia vita in questa parte di mondo e di web. Dal denaro dispensatore di ipocrite sicurezze e di intollerabili ignoranze alla politica che è sempre stata un ciarpame di ignobile fattura sotto qualunque regime e presupposto sociale. Dalla storia stanca di prostituirsi in cento modi pur di essere accettata dai suoi lenoni, alla cultura infine che resta una vetta inarrivabile tanto più desiderabile quanto meno cercata con spirito fiero. 
Coltivavo l’idea di una comunità scelta, elitaria per necessità, aperta per educazione, solidale per esigenza umana. E non potevo farlo se non da qui, dal mio profondo e meraviglioso sud; la storia, tutte le nostre storie, mi sono passate accanto ed io le ho studiate ogni giorno, anche a vostra insaputa, le ho accudite e sorbite con il fuoco sacro della mia esperienza. Ma non è servito a nulla, non a lenire il dolore né a colmare le distanze, tutte le voci sono diventate via via dissonanti e stridenti. Questa sinfonia si suona altrove e su un altro spartito. La nazione che io conoscevo, anche nei suoi migliori rappresentanti ha dovuto, voluto convenire ad altre scelte e adesso ritmicamente riproduce il refrain del federalismo, dello scollamento e della multietnia. E tutti i blog sono pieni di un cicaleccio continuo, di strane danze che manifestano il desiderio di essere accolti alla nuova corte da nuovi sovrani. 
Ed io non ho più nulla da scrivere se non la mia scostante estraneità a questi pseudoconcetti cresciuti con l’erba della bassa e annaffiati dalle acque di un possibilismo sconsiderato. 
Vedete? Non ho cancellato Omologazione Non Richiesta, la ritengo bella e mia, di una possessività che non ha mai escluso, mai insultato ma solo definito confini di dialogo ormai desueti. Essa resterà qui nell’aria ed è l’unico suo valore: raccontare a chi passa e vuole ascoltare che Enzo è stato qui, che era vivo ed era siciliano orgoglioso di esserlo. Adesso l’ultimo atto: una cosa dovuta alla libertà di comunicare, lasciare libero questo spazio nell’etere e vedere passare la vita, le voci, i sussurri, le mani…le bocche, insulti sanguinosi e volgari o lodi suadenti e confortanti: appresso ad esse nessuna risposta definitiva. Non per arroganza bensì per una cosa che si chiama discrezione silenziosa o mortale superiorità. Dalle mie parti funziona.

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