La contessa Teresa Mastrogiovanni Tasca Filangieri di Cutò non avrebbe potuto vivere con la dignità che le competeva in quella Palermo del primo novecento dopo essere stata abbandonata dal marito Giuseppe per una giovane e procace ballerina. Lui era fuggito a Sanremo ma la contessa era rimasta a illanguidire tra i ricordi e le angustie di una società in cui lo sfacelo iniziato con l'unità d'Italia e la fine dei Borboni rendeva sempre più lontana la luce che era stata dei Gattopardi di un tempo.
Se non si ha anima, se non si vuole vedere al di là dei propri confini regionali, se si preferisce sempre e comunque affidare il proprio destino intellettuale ad ideologie che parlano un dialetto che rinuncia a diventare lingua, in questo caso non tanto baracconi evidenti come Benigni o Sanremo diventano stucchevoli ma noi come insieme che fingiamo un abbraccio che diventerà mortale, e ci lascerà soli chi al di qua chi al di là di uno stretto.

Commenti
Posta un commento
I commenti sono liberi, il blogger è andato via per sempre.