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Io NON amo la cultura occidentale che mi ha generato con i paraocchi e so bene quanti roghi si sono accesi nel vecchio continente dal medioevo in poi: io non voglio ritornare a quella stagione dell’umanità, voglio leggere tutto e di tutto, voglio continuare ad ascoltare la musica del vecchio e del nuovo continente, voglio ammirare senza vergogna i maestri del rinascimento italiano, commuovermi davanti ad un Tiziano o un Raffaello o un Caravaggio o davanti ad un cupola del Bernini.

Commenti

  1. Mi chiedo come ho potuto vivere a Milano per oltre vent'anni e non aver mai sentito la necessità di ammirarne le bellezze artistiche, se non in misura risibile. E' una delle cose di cui mi vergogno parecchio. Presa da altre cose, problemi vari, difficoltà vere o presunte. Quanti treni persi nella vita! Spero di cuore tu non abbia commesso i miei stessi errori, visto quello che sta per succedere. Buona domenica

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    1. Milano l'ho girata tutta a piedi e in bicicletta, ero un ragazzo come tanti pieno di curiosità e di sogni; attraversavo il centro e le periferie, entravo in certi vecchi cortili segreti e conoscevo i monumenti famosi e meno famosi. Devo appropriarmi culturalmente di una città se ci abito e d io ci abitavo dal 1958. Certo non ero un proletario ma il figlio di due siciliani acculturati però questo è un discorso che ci porterebbe troppo lontano. Comunque sapevo più io di Milano e dintorni di molti miei compagni di scuola. Ma era un altro tempo ed era un'altra città e altri milanesi. Forse questo può consolarti. Benvenuta qui.

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Se non si ha anima, se non si vuole vedere al di là dei propri confini regionali, se si preferisce sempre e comunque affidare il proprio destino intellettuale ad ideologie che parlano un dialetto che rinuncia a diventare lingua, in questo caso non tanto baracconi evidenti come Benigni o Sanremo diventano stucchevoli ma noi come insieme che fingiamo un abbraccio che diventerà mortale, e ci lascerà soli chi al di qua chi al di là di uno stretto.
Da molti anni a cicli, penso di aver compiuto una lunga traversata: i miei pensieri spettinati e costretti poi ad un educandato severo. Un supplizio! Scrivere è una liberazione, la mia: mi inchioda su un pensiero, mi addensa , finalmente, per un lungo e interminabile attimo è lei la mia padrona assoluta ed io il suo amante totale! Scrivere diventa la mia vita perenne, il senso definitivo che mi assolve dal peccato di fornicare coi giudizi altrui. E’ una mistificazione, ovviamente, un gioco degli specchi; nessuna traversata riesce ad allontanarmi dalla sensazione di colorati dejavù, il web è stracolmo di essi… così dopo aver scritto penso sempre che a queste righe non ne potranno seguire altre, che queste righe siano totali e intoccabili, sintesi perfetta della fine e del nuovo inizio: una clessidra e noi polvere là dentro.