mercoledì 28 maggio 2025

Il resto, l'anima di certe notti infinite, il siciliano asciutto di questa parte d'isola, il senso del mare a due passi e la malinconia feroce e segreta di una conquista femminile improvvisa, per tutto questo ci ni voli tempu.

lunedì 26 maggio 2025

Tutto il web è pieno di amore, poesia, fotografia ma anche di ideologia con una spruzzata di pepe politico certo. L’Italia, la Patria, l’Europa e poi appresso la globalizzazione, la crisi i sogni interrotti. A volte lo sgomento. 
Voi leggete scrivo di cose a volte che, come dire, proprio non interessano a nessuno: sono vecchio e ragiono come se il tempo, tutto questo tempo, non fosse passato. Scrivo con in bocca il sapore amaro dell’inutilità perchè di certe cose di certi drammi odierni le radici affondano lontane nel passato. Nessuno vuole leggere del passato, che ce ne frega del passato. Dobbiamo guardare al futuro e non possiamo perdere tempo ad analizzare i minuetti di un secolo fa. Siamo seri miei cari blogger, la situazione è perfettamente delineata siamo in rotta di collisione col fondo del barile, il sud ha finito di rompere i maroni e l’informatica forse non ci salverà. Meglio scrivere di esistenza, amore, indecisione, libertà. sesso talvolta. Meglio! 
Voi leggete che abitate in una Repubblica ( mah ) e che prima c’era il Fascismo (sì) e una monarchia (certo) poi la Liberazione, il Boom, gli anni di piombo e siamo qui. Qui messi male però. Ogni volta che sento puzza di bruciato voglio vedere dov’è l’incendio e come si è sviluppato voi forse no, forse…
Non potrai mai capire il paese in cui sei nato se non ne conosci la storia, quella vera però e magari lontana. Che dite? Vi interessa leggere dell’inizio, dei mille di Garibaldi vi interessa anche se abitate lontano da Quarto e magari siete cittadini di qualche operosa città del nord o del centro- Non ve ne frega una beneamata? 
Strano perchè dovrebbe, perchè abitate in una Repubblica (Mah) che ha dei confini ( sì) e anche una Costituzione (ma va?) e che abitate in un condominio sorto nel maggio del 1860 ( il cantiere però , le case le hanno tirate su dopo). Questo condominio fa acqua ( è il caso di dirlo) da tutte le parti! D'accordo, parliamo d’amore. 
Non dire, non raccontare, in un contesto di ignavia culturale e scarso interesse per la lettura fa sì che il fatto non sussista, e la storia cambi! Un fatto storico non raccontato non è meno grave di uno travisato, nel secondo caso almeno esiste un punto di riferimento sul quale approfondire e discutere opzioni diverse. Nel primo c’è solo un vuoto da riempire che spesso resta tale.

sabato 24 maggio 2025

La mia opinione è che nella impresa dei mille di eroico e di militare vi sia stato ben poco: l’esercito borbonico nelle sue figure di comando tradì per denaro la sua bandiera. Il denaro era Piemontese e inglese. Di tutto questo vi erano tracce chiare nei documenti che Ippolito Nievo doveva portare in continente. Era questo il motivo dei consigli criptici del console Hannequin: egli sapeva e conosceva anche quale sarebbe stato il destino del patriota italiano incaricato di far luce su questa vicenda. 
Nievo si imbarcò la sera del 4 marzo del 1861 sul vapore Ercole con rotta per Napoli, circa 10 ore di navigazione. Naturalmente non arrivò mai a destinazione, il piroscafo si inabissò senza alcun superstite all’entrata del golfo napoletano. Tutti morti e il carico dei documenti in fondo al Tirreno per sempre! Dentro la cassa sigillata che Nievo doveva portare a Torino c’erano le prove documentate della pesante ingerenza del governo di Londra nella caduta del Regno delle due Sicilie. 
Vi era scritto come l’intendente aveva gestito un patrimonio in piastre d’oro turche fornite dagli inglesi con i quali erano stati pagati molti alti ufficiali del Re di Napoli; vi era scritto anche a quanto ammontava il tesoro in lingotti d’oro conservato nei forzieri del Banco reale di Palermo e del quale non vi era più traccia. Vi erano probabilmente scritti i nomi dei collaboratori, mediatori, politici e maneggini che avevano permesso il miracolo con cui mille uomini conquistarono il regno più vasto e ricco della penisola e lo regalarono ad una delle più piccole e micragnose monarchie d’Europa. 
Questo fu l’inizio della nostra Italia Unita, quello che non compare in nessun libro di scuola ( ci mancherebbe) e di cui nessuno ha mai fatto cenno nei soliti discorsi ufficiali del tricolore che sventola sul Quirinale. Questa è solo la prima parte ma se il buon giorno si vede dal mattino… Decine di fatti e di personaggi, una Italia e un Meridione del tutto diversi dalla facciata di comodo, una quantità di punti oscuri da decifrare…… ma io scrivo d’amore e di vita, di musica e della mia generazione che fu proiettata in un futuro che non era questo, credemmo più o meno in un destino nuovo e in mondo nuovo. I localismi da cui provenivamo non avevano credito in quegli anni, sembrarono morti e sepolti: usammo la nostra giovinezza credendo che glissare sull’evidenza fosse farci un piacere. Poi in alcuni di noi si è fatta strada una musica diversa, più antica, ha messo in secondo piano il rock ‘ roll e si è fatta viva di nuovo la taranta. Continuerò a scrivere d’amore

giovedì 22 maggio 2025

Adesso che l’estate pian piano fiorisce e la sua essenza permane sempre più forte come l’impressione di una parola inespressa, adesso che il tempo seguirà percorsi più lenti, adesso è l’ora di sedersi a guardare un nuovo giro del sole.

martedì 20 maggio 2025


Questo è un tempo obliquo, questo degli ultimi anni: quello che mi divora sul blog e sulla carta. Non posso dire che non mi appartiene ma vorrei che se ne andasse altrove a intorbidare il cuore. 
Trascorro una buona parte del mio tempo "ludico" su queste pagine elettroniche ma il mio tempo vero è altrove su un poggio a scrutare una porzione di azzurro marino incuneata tra il monte e la vigna; il tempo diretto è un ragazzo senza freni che mi ha raccontato altre storie con altre parole e altre intenzioni. Credevo di incontrarli tutti i visi che ho amato: gli uomini e le donne che, secondo me, dovevano essere tutti qui a vagare fra queste colline e il mare. Si sono celati nel gran corpo della terra: di loro hanno lasciato, qua e là, soltanto l’eco sciolta del loro essere persone…e mi hanno dato una lezione di asciuttezza e dignità. 
Ho sperato che ci fosse almeno lei, doveva esserci e ho gridato il suo nome al vento ma non è tornato niente indietro: così sono inciampato nei sogni e, adesso, andarmene sarà solo un’illusione. Voglio dirvi che ho camminato tanto da scordare il punto di partenza, che mi sono finto mille altre cose da quest’uomo che guarda ostinatamente davanti a sé. Non c’è astio, non c’è rammarico ma ho capito che non sono più qui: ho capito di avere un senso solo col vento vero sulla faccia, con i ricordi che non si possono raccontare.

domenica 18 maggio 2025

Basta leggere con onesta attenzione quello che della Sicilia è stato scritto, dipinto, suonato…filmato, basta ascoltare per qualche minuto una discussione qualsiasi su di essa per capire che si parla e si ragiona su un falso evidente: una Sicilia unica. Riconoscibile e trasmettibile secondo stereotipi universali e scontati, per questo inossidabili; non è così. Chi in un modo o nell’altro ha attraversato quest’isola, qualunque sia il suo grado di cultura e gli inevitabili preconcetti che condiscono la sua vita, sa bene che la mia terra ha decine di facce. E’ una metafora lucida, perfettamente pirandelliana: cento, mille sicilie, quindi nessuna realmente adeguata ad un riconoscimento significativo. Dentro ogni sfaccettatura si viene risucchiati verso una logica elementare, quella che recita uno storico de profundis sociale e economico, l’unico apparentemente percepibile.

venerdì 16 maggio 2025

Stasera ad Ortigia la sera scende placida e piena di richiami sonori: dai grandi alberi sul lungomare gli uccelli si apprestano a lasciare spazio alla notte che viene. Non lo sentite l'eco lontana della voce di Dionisio... non avvertite il passo lento di Archimede sospeso dentro i meandri della sua mente in ricerca costante? Stasera il mare è un breve sentiero tra questa costa e l'altra immaginata, sognata, pensata. Studiata. E ' vicina la Grecia, comune lo Ionio profondo e ventoso, comuni i visi e i colori: questo è il Mediterraneo signori, la nostra fonte unica in cui si sono rispecchiati i sogni delle generazioni per millenni. Questi siamo noi e i nostri miti terribili e fanciulleschi assieme, la nostra poesia di vivere e pensare di essere eterni nel ricordo degli altri, nella letteratura degli altri.

martedì 6 maggio 2025

LA FOTO E' DI LETIZIA BATTAGLIA
Picciotti ci sunnu cose che parunu nisciuti da un incubo! Chi è il cretino che oggi , ma anche ieri e l'altro ieri, a Palermo e in Italia pensa che la mafia sia quella che è senza la partecipazione attiva di parte delle strutture governative? Possibile che si debba discutere per l'ennesima volta di un DATO DI FATTO? La mafia, le mafie, sono uno stato dentro lo stato, spesso funzionano meglio. 
Tutta la storia siciliana degli ultimi 150 anni dice chiaramente che solo uno stato forte e organizzato e perfettamente inserito nei posti "giusti" del potere ufficiale può aver compiuto stragi come quelle di Falcone e Borsellino. Quando sento Fini o Napolitano dire che ci sono "pezzi di stato deviati o collusi" mi viene da ridere per la rabbia: ma che scoperta, che idea illuminante! Serviva il parere di politici di grosso calibro per capire finalmente dove sta il problema. Non so quanti di voi hanno visto lunedi sera su Rai 3 il programma che aveva come filo conduttore il racconto della vedova Schifani a ventanni dalla strage di Capaci: è stato un buon momento di televisione, vero e profondo, fuori dalle rievocazioni convenzionali. Quella per me è la Sicilia che sento e conosco. 
Mio padre che ha 90 anni mi racconta che nel 43 con gli alleati già presenti in Sicilia e in città e nei circoli che contavano, parrocchie comprese, si discuteva già in termini chiari sul futuro assetto della politica e degli affari: insomma si discuteva e si organizzava il sacco degli anni futuri. I papabili erano già sulla corsia di partenza ed erano già nomi noti della criminalità organizzata, gente che era sparita nei 25 anni precedenti e che con gli alleati era rispuntata al posto di comando. Gli alleati lo sapevano e se ne fottevano: la politica regionale si avviava con la Dc in testa a distruggere il concetto di legalità e di stato, fra applausi e commemorazioni di circostanza. Giovanni e Paolo sono morti per questo, sono morti così, non li ha uccisi la mafia ma LO STATO MAFIOSO, quello che può tranquillamente far minare un pezzo di autostrada o permettere che un auto sosti per settimane davanti ad un "obiettivo sensibile".